Prima squadra

L'addio del Sindaco Sansovini: "Pescara è parte di me"

Passato al Modena, si è raccontato a Il Centro ieri in edicola

30.08.2018 00:14

Non potrà più migliorare il suo record di gol in biancazzurro, 53, che lo pongono sul terzo gradino del podio all time, dietro Tontodonati e Giampaolo, nella speciale graduatoria dei bomber del Delfino. Marco Sansovini ha salutato Pescara, definitivamente, e continuerà a giocare. Lo farà a Modena, con Apolloni in panchina, e proverà a diventare il "Sindaco" anche della città dei Canarini.

Il 38enne storico capitano del Pescara si è raccontato a Il Centro. Ecco uno stralcio delle più interessanti dichiarazioni rilasciate al giornale nell'intervista del collega Luigi Di Marzio.

L'arrivo - "Non mi sarei mai aspettato di fare delle stagioni così importanti in maglia biancazzurra. La prima volta che mi prospettarono il Pescara quasi facevo fatica a credere di poter vestire quella maglia. Nel luglio 2007 ero appena rientrato dalle vacanze e il Grosseto voleva darmi in prestito. Avevo l'accordo con il Giulianova, che era in Seconda Divisione. Dovevo andare lì, in prestito dal Grosseto, ma poi il mio agente mi prospetta la pista Pescara. Non ci penso due volte ed accetto la proposta dell'allora ds Enzo Nucifora. All'inizio avevo qualche timore. In quel momento nella società reganava il caos e c'era una squadra con molti giovani. Però a me non interessava perchè avevo voglia di giocare in una squadra importante come il Delfino. Ricordo che quando vidi il cartello 'Benvenuti a Pescara' qualche esitazione ci fu. Mi chiesi: 'Sarò all'altezza?' Tanti dubbi perchè venivo da esperienze in club minori, ma alla fine la scommessa è stata stravinta. Quell'anno è stato un crocevia importantissimo per la mia carriera. In biancazzurro, a 27 anni, sono definitivamente esploso e la mia vita è cambiata. L'anno successivo sono tornato a Grosseto, in B, ho fatto tanti gol e poi il Pescara mi ha comprato nella stagione seguente. Il coronamento di un sogno, visto che sono rimasto per tre anni centrando due promozioni".

Sindaco - "Devo tanto a Pescara e al Pescara. Sono stato sei stagioni in biancazzurro, ho dato tanto, certo, ma non come l'affetto che ho ricevuto dai tifosi. Sarò sempre in debito con questa città e con la società. Sono andato via, ma con il presidente Sebastiani ci siamo lasciati una porta aperta per il futuro. Magari, quando smetterò di giocare, tornerò per fare altro. Sarebbe bellissimo, visto che sono cittadino pescarese e ho comprato casa a due passi dal Ponte del -mare. Mi sento pescarese, sono stato adottato da questa città. I pescaresi si godono la vita fino in fondo. Sono speciali, amano la loro città in maniera viscerale e la difendono con onore. Pescara per i pescaresi è l'ombelico del mondo e fanno bene a tenere alla propria terra. Una città coinvolgente, che ti entra dentro. Cosa mi mancherà? Le passeggiate in bicicletta sul lungomare e il calore e la genuinità delle persone. Spero che il mio sia solo un arrivederci, non un addio"

Il momento più bello e quello più brutto - "La promozione in serie A ed il fiume di gente che si è riversato per le strade per festeggiare la vittoria del campionato. Ricordo bene le 100mila persone che erano lungo le strade a far festa, un ricordo indelebile. Non dimentico, però, anche Pescara-Sambenedettese del 2007, vincemmo 4-1 e l'Adriatico era una bomba di tifo e colori.In quell'occasione capii davvero i tifosi pescaresi. Tifoseria calda e appassionata. Il rimpianto? Non aver giocato in A. Dopo la promozione con Zeman andai allo Spezia, perchè avevo capito che non avrei fatto parte del progetto di stroppa. Sbagliai ad andare via, perchè in quella squadra potevo ancora starci e forse avrei segnato anche qualche gol nella massima serie. I gol più belli? Sono tre: quello col Catania nel febbraio 2015, quello contro il varese all'andata nell'anno di Zemanne il gol del pareggio per 1-1 al Frosinone nell'aprile 2011". Ci permettiamo noi di PS24 di aggiungerne un quarto: quello di Gubbio nell'anno della cavalcata con Zeman verso la A, bello e soprattutto importante a sbrogliare una matassa che si stava facendo complicatissima

Allenatori e compagni - "L'allenatore che mi ha dato di più è stato Di francesco. Ti entra nella testa: completo e con grande personalità. Tuttavia non dimentico Zeman, maestro di calcio  che mi ha cambiato ruolo allungandomi la carriera. Il compagno più forte? Toppo facile, Verratti.Era un fenomeno già a 15 anni. E' uno dei più forti nel suo ruolo. Amicizie? Andrea Gessa ed Emmanuel Cascione, ad esempio, che ho conosciuto a Pescara e siamo diventati grandi amici. -ma non solo loo. Ne ho davvero tanti"

Il nuovo Pescara - "Ha un centrocampo di grande qualità. Può entrare tra le prime sette del campionato, ma deve avere una mentalità umile e pensare inizialmente alla salvezza, tutto quello che arriverà poi sarà guadagnato. Solo con questo atteggiamento può arrivare lontano"

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