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“ALL’ARRETRAGGIO!”

Calciologicamente è una rubrica PS24 firmata dal dott. Pietro Literio

19.04.2019 09:30

Torna la rubrica "Calciologicamente", realizzata per PS24 dal dott. Pietro Literio, Psicologo/Psicoterapeuta e Docente Universitario a Contratto che analizza le vicende del Delfino da un punto di vista del tutto peculiare.

BUONA LETTURA !

 

5 punti nelle ultime 6 gare, con 12 gol subiti (2 in media a partita) e solo 7 fatti. Per di più con un Mancuso sempre più isolato, stanco e a secco di gol, supplito da difensori (Scognamiglio) e centrocampisti (Memushaj) sulla via del gol. Non a caso il Pescara subisce più reti (43) e ne segna meno (45) tra le prime 5 in classifica.

Senza contare la qualità del gioco (o l’atteggiamento), in affanno quanto a convinzione, continuità, intensità e aggressività in campo.

Risultato: una media da retrocessione, che dovrebbe far gridare “al lupo al lupo”, se non fosse che il Delfino “campa” ancora di rendita, del “tesoretto” di punti accumulati nel girone di andata e della discontinuità (in tono minore) delle dirette avversarie.

Aggiungiamo a tutto ciò anche il mercato invernale deludente, le squalifiche, gli infortuni importanti (Brugman, Campagnaro, Melegoni, Kanoutè) e le polemiche crescenti nell’ambiente (tra presidente, allenatore e tifosi) che la “frittata è quasi fatta.

 

Del resto, però, se non ci piace quello che vediamo (il bicchiere mezzo vuoto) basta cambiare il modo di guardare, concentrandoci sul “bicchiere mezzo pieno” (come dice Brugman): siamo a 8 punti dalla promozione diretta, al 5° posto in solitaria, danni contenuti nonostante infortuni e assenze, Memushaj campione di assist e occasioni create, Mancuso vice-capocannoniere e squadra ancora viva.

Infatti, la reazione d’orgoglio in campo c’è stata (contro il Perugia), ottenuta solleticando la “testa”, il carattere, attraverso l’orgoglio e la virilità dei giocatori nel pre-partita (“se siamo uomini dobbiamo reagire” ha dichiarato Pillon).

 

Ma “il tentativo di risolvere il problema (dell’atteggiamento) può diventare il problema,” se non si capisce bene prima il perché (la causa). E’ lo stesso Pillon a sostenerlo: “bisogna capire perché in allenamento mettiamo veemenza e in campo no… capire cosa ci sta succedendo, perché non stiamo giocando ai nostri livelli.”

Si perché a parità di condizioni (a livello tattico, tecnico, fisico) con la Testa “due più due non fa sempre quattro” (come mostrano i vari fallimenti e miracoli calcistici inattesi). Ed oltre a capire bisogna sapere anche intervenire psicologicamente nel modo giusto e non contingente, pena la discontinuità.

Nel frattempo assistiamo ad un Pescara dai 2 volti (dr. Jeckyll e mr. Hide) e dai “2 tempi” come dichiara sempre Pillon (“nel secondo tempo un’altra partita contro il Palermo”), alla ricerca della propria identità, continuità e convinzione perdute.

In questo finale è importante ricordarsi però che il calcio non è matematica: perché contano molto il cuore e il coraggio, da saper ben solleticare (più della virilità) nella “testa” dei giocatori da parte dell’allenatore con la propria comunicazione (verbale e non), incluse le sue scelte tecnico-tattiche.

Un esempio? Il 5-3-2 contro il Palermo in cui il messaggio implicito ai giocatori è stato: “non rischiamo, copriamoci bene perché ora è importante non subire e non perdere

Solo se nel Pescara prevarrà il coraggio senza speculare, si potrà raggiungere l’impresa e non la resa!

 

Pietro Literio

Psicologo/Psicoterapeuta e Docente Universitario a Contratto)

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