Prima squadra

Machin sulla scelta dell'addio: "Come fai a dire di no a Berlusconi e Galliani?"

In una intervista con il giornalista N.Schira

08.04.2020 00:10

L'ex biancazzurro Josè Machin, ora in forza al Monza (da gennaio), si é raccontato a trecentosessanta gradi in una lunga intervista sul canale Instagram del collega Nicolò Schira. Ecco le dichiarazioni più interessanti del calciatore, dopo quelle rilasciate qualche giorno fa in una diretta sul suo profilo Instagram (leggi qui):

PESCARA - "Il presidente Sebastiani per convincermi mi aveva promesso la maglia numero 10 e così è stato. Mi voleva fortemente, tanto che mi paga alla Roma una cifra importante (800mila euro più bonus, ndr). Eravamo un grande gruppo e a fine girone d'andata eravamo secondi. C'erano tante richieste dalla Serie A a gennaio e decido di provare il salto di categoria".

GENOA - "Sembrava fatta col Genoa nel gennaio 2019: mancava solo la firma, non so come mai sia saltata l'operazione tra Preziosi e Sebastiani. Ancora oggi non ho capito cosa sia successo, Alla fine poi è arrivato il Parma...".

PARMA - "Ho scelto io il Parma e sono stato contento di andare in Emilia per giocare in A. Ho imparato tanto pur giocando poco, ricordo ancora l'esordio in A contro il Napoli. Il direttore Faggiano mi ha fatto sentire importante e credeva tanto in me. Forse sarebbe stato meglio fare il salto in A in estate che a gennaio, ma come fai a dire di no al Parma? Non me ne pento anche se col senno del poi forse è stata una scelta sbagliata, ma la rifarei".

D'AVERSA - "Avrei voluto giocare un po' di più con lui. Non ho avuto tanto spazio, però comunque non ho rancore. Accetto le sue scelte. Forse non ero ancora pronto per fare il titolare in A...".

PILLON - "È stato fondamentale per la mia esplosione. Prima di lui non giocavo, mi ha dato subito la maglia da titolare e piena fiducia. È la persona a cui sono più affezionato nel mondo del calcio, è un papà calcistico per me".

GRUPPO PESCARA - "Il primo anno eravamo fortissimi anche se in pochi ci consideravano all'inizio. Gravillon faceva cose straordinarie in difesa, in mezzo c'erano grandi giocatori come Brugman e Memushaj, davanti Marras che era il miglior giocatore della C e Mancuso. Il secondo anno dopo Parma ho trovato una squadra nuova, ma con tanti giovani bravi. Forse anche più forte sulla carta. Purtroppo abbiamo avuto tanti infortuni gravi e perso giocatori importanti come Tumminello e Balzano. Zauri anche se giovane era un buon allenatore: stavo facendo grandissime cose con 7 gol in 16 partite, la mia miglior stagione"

SCELTA MONZA - "A inizio mercato di gennaio ero convinto di restare a Pescara: stavo andando benissimo e volevo aspettare l'estate per pensare al calciomercato. Poi sono arrivate diverse offerte, tra cui quella irrifiutabile di Berlusconi e Galliani. Come fai a dire di no a due come loro? Sono la storia del calcio italiano. Mi ha impressionato la loro voglia di fare grandi cose e di vincere. Mi sono sentito voluto a tutti i costi. Voglio arrivare insieme a loro in Serie A: Galliani in due giorni di trattativa la parola più detta dal dottor Galliani era Serie A".

COMPAGNO PIÙ FORTE - "Difficile scegliere. Brugman e Ndoj sono fortissimi. Anche Capone é un gran giocatore, un fenomeno così come Coronado. L'Airone Caracciolo era tanta roba".

COMPAGNO PIÙ MATTO - "Tanti, vediamo ti faccio un podio: primo Gravillon, secondo Ndoj e terzo Rigoberto Rivas".

GOL PIÙ BELLO - "Quello al Benevento davvero spettacolare, molto bello anche quello al Venezia, mentre il più difficile è stato quello al Cittadella di controbalzo".

BERLUSCONI - "Mi ha paragonato a Seedorf? Non se sia vero, me l'hanno detto. Sarebbe bello, mi piace molto come paragone. Magari vincere tutte quelle Champions. Conoscerlo è stato emozionante. Parliamo di una persona che ha fatto la storia, è carismatico. È un onore giocare in una squadra in cui lui è il presidente".

CORONAVIRUS - "Non vedo l'ora che la vita torni alla normalità. Mi mancano il campo e le partite. Sono a Monza da solo, la mia famiglia sta in Spagna: sia qui che lì la situazione non è affatto semplice purtroppo. Mi manca tanto mia mamma e mio fratello che stanno a Tarragona. Sono 8 anni che vivo fuori casa da solo. È dai tempi di Malaga che sono lontano".

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