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Ganci: “Ho ancora nelle orecchie il rumore assordante del boato dell’Adriatico. E.."

Da Il Messaggero ed. Abruzzo

21.05.2020 00:15

Ho ancora nelle orecchie il rumore assordante del boato dell’Adriatico e di migliaia di trombette che suonavano tutte insieme. Sembrava di essere a una partita dei Mondiali”. Massimo Ganci, l’eroe della promozione in serie B del 2010, tra pochi giorni inizierà la sua nuova carriera da istruttore di calcio, ma a quella bomba scagliata nella porta del Verona, il giorno della finale play-off di Lega Pro, ci pensa ancora. Non potrebbe essere altrimenti, visto che nei due mesi di quarantena ed emergenza i tifosi pescaresi lo hanno coinvolto continuamente sui social con il video di quel “golazo” e di quel momento magico. “Continuano a taggarmi in tanti su quel video. E’ un ricordo indelebile. L’ho rivisto tante di quelle volte che non saprei più dire quante… ho tantissimi amici pescaresi sui social con cui sono sempre in contatto. Devo dire che rivederlo con la telecronaca originale di Massimo Profeta è ancora più emozionante. Per me è un momento bellissimo, tanto che per la locandina del mio nuovo progetto ho scelto la foto dell’attimo in cui parte il tiro di quel gol. Il più importante della mia vita? Ne ho fatti anche altri pesanti, ma lo considero tra i tre più importanti per me. Gli altri? Uno in Lecce-Bari su punizione, a Lecce, in un derby vinto 3 a 1 in trasferta. L’altro in Salernitana-Avellino, all’Arechi: fu il gol salvezza dei campani, l’anno prima di venire a Pescara”. Era il 2010 quando Ganci riportò in B il Delfino, l’anno seguente con Di Francesco tra i cadetti una stagione tra luci e ombre, prima dell’addio. Aveva un anno di contratto e, se fosse rimasto, avrebbe potuto prendere parte all’anno d’oro di Zeman. “Io avevo un altro anno di contratto, fino al 2012. Ma Zeman ha imposto i suoi uomini e tanti del ciclo precedente, come me, Bonanni, Petterini o Tognozzi, sono stati messi fuori. Mi spiace per come è avvenuta la separazione, visto quello che abbiamo dato e ricevuto dai nostri anni pescaresi. Poi però sono andato a Frosinone e lì stava partendo un progetto importantissimo”. Poi il 38enne bomber nato a Milano è stato fermato dalla giustizia sportiva per una vicenda di presunti illeciti sportivi, terminata con l’assoluzione dopo due anni di (ingiusta) squalifica. Ma questa è ormai una storia sepolta dalla polvere. Il futuro di Massimo Ganci è ancora sui campi. “Nei mesi scorsi stavo giocando con il Pomezia, in Eccellenza: avevo segnato 10 gol in 11 partite. Stavo anche programmando il futuro, ma non avevo intenzione di smettere. L’arrivo del coronavirus mi ha fatto cambiare i programmi. Non vorrei smettere e, se mi dovesse capitare un’occasione in zona tra Marche e Abruzzo, la prenderei in considerazione per la prossima stagione”.

FONTE: IL MESSAGGERO ED. ABRUZZO

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