Editoriale

Il tesoretto del Pescara

10.02.2015 09:50

Analizzando il parco giocatori biancazzurro, ci sono le premesse per realizzare plusvalenze mostruose in grado di fortificare la società biancazzurra, dai bilanci già sani ma comunque bisognosa di introiti, oppure di creare, con i ritocchi giusti (ma per davvero) una squadra competitiva. In tal senso, la base è positiva sia per la serie cadetta che per la massima serie, ma ovviamente andrebbe corroborata dei giusti e necessari puntelli per renderla realmente competitiva (chiaramente innesti diversi a seconda del palcoscenico che si andrà a calcare). Parlando solo dell’aspetto “mercantile”, il Pescara ha un patrimonio ingente da far fruttare. Ben lontano – ovviamente – dall’essere paragonabile a quanto percepito in epoca recente con la sola cessione di Verratti al PSG, ma comunque importante. Partiamo dall’uomo copertina, Federico Melchiorri. Il Cagliari a fine sessione invernale di mercato si è spinto ad offrire quasi 3 mln di euro per il suo cartellino. In estate tornerà alla carica – non da solo – ed il Pescara si sta cautelando aprendo una trattativa per allungare di almeno 2 stagioni – con ingaggio adeguato – il vincolo che ha attuale scadenza nel 2016. Avere una maggiore forza contrattuale, con un vincolo più lungo, permette ai biancazzurri di poter trattare con più forza con le corteggiatrici.

C’è poi Gaston Brugman, già appetito nella Liga e in Serie A. La sua cessione porterebbe in dote almeno 2 milioni. Ragionando in difetto. Certamente, il sudamericano in questa seconda parte del campionato è chiamato a fugare ogni dubbio sul suo completo recupero e a far innalzare le sue quotazioni sul mercato. Sull’albanese Memushaj si può ragionare in termini di ottime plusvalenze. In caso di cessione, infatti, sarebbe ben lontano dalle quotazioni toccate da Melchiorri e Brugman, ma il riscatto obbligatorio da pagare al Lecce, davvero irrisorio (150mila euro), sarebbe nulla al confronto di quanto rientrerebbe nelle casse biancazzurre.
Ci sono poi tre giocatori, già richiesti a gennaio, che in estate possono tornare di moda portando in dote un bel pacco di euro: Bjarnason, Selasi e Zuparic, ad esempio. Eccetto l’islandese, discretamente pagato all’epoca del suo approdo a Pescara, con gli altri due la plusvalenza è assicurata. Ci sono i tanti baby messi in mostra al Viareggio (Vitturini, Paolucci e Torreira, ad esempio), il “teramano” Donnarumma (che rientrerà alla base) e, soprattutto, tre importanti comproprietà da risolvere: Ragusa, Politano e Caprari. Altri denari in arrivo oppure contropartite tecniche (siano queste le seconde metà dei cartellini o altri giocatori). Il Pescara, insomma, ha – forse per la prima volta da tanti anni – un capitale tecnico ed economico da non depauperare. Serve un progetto che sia finalmente vero, serio e credibile. E ben comunicato. Qualunque cosa si decida di fare: se si opta per vendere per poi investire, oppure se si scelga di mantenere l’ossatura composta da questi giocatori per essere poi integrata da puntelli ad hoc. Un programma che non sia fatto di parole, ma di operazioni concrete. A 360 gradi. La prossima estate, a prescindere da come andrà a finire l’attuale stagione che è ancora tutta da giocare, sarà importantissima nel futuro del Pescara. Si scelga una linea chiara, precisa e di buon profilo e la si porti avanti con coerenza. Non una via di mezzo, come troppo spesso accaduto finora. “In medio stat virtus”, sostiene un vecchio aforisma latino. Questa volta no. Sarebbe imperdonabile.

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