Prima squadra

Antonucci: «A Pescara grazie a Di Francesco, vogliamo fare qualcosa di importante»

Parla il gioiellino della Roma, ospite de Il Centro nei giorni scorsi

05.12.2018 00:50

In estate ha scelto Pescara rispetto ad altre società (Ascoli in primis) per crescere e maturare lontano da Roma, ma è all'ombra del Colosseo che sogna di tornare. Mirko Antonucci ha tanto talento ed idee chiare: fare bene, benissimo col Pescara può significare la svolta della carriera, come è stato in passato per altri prodotti del settore giovanile giallorosso (Caprari e Politano).

Nei giorni scorsi Antonucci è stato ospite della consueta diretta facebook de Il Centro. Ecco le principali dichiarazioni rilasciate

Antonucci, perché ha scelto Pescara la scorsa estate?
«Ho 19 anni e devo fare un percorso di crescita. Pescara è la piazza ideale per diventare un calciatore importante e devo tanto ad Eusebio Di Francesco, il quale, prima che partissi per Pescara, mi ha detto: “Vai lì, di sicuro ti troverai bene”. Lo ringrazio perché mi ha consigliato bene e alla Roma mi ha permesso di allenarmi in prima squadra, di farmi esordire in A e in Champions contro il Liverpool».
Qualche anno fa l’Inter e lo United di Mourinho hanno fatto di tutto per strapparla alla Roma?
«Sì, ho saputo di queste cose ma sono felicissimo delle scelte che ho fatto e di essere un giocatore del Pescara»,
Del Delfino che idea si è fatto?
«Ho trovato un bel gruppo ed è davvero piacevole lavorare con i miei compagni. Quando sono arrivato a luglio mi hanno subito sottoposto al rituale. Mi hanno fatto cantare “AlbaChiara” di Vasco Rossi (ride, ndr)».
Esterno d’attacco o centravanti? 
«Diciamo che preferisco giocare a sinistra, ma Di Francesco mi ha impiegato anche da prima punta. Sono abbastanza veloce e mi piace puntare l’avversario per tentare il dribbling».
Questo è un Pescara da serie A?
«Spero di sì. Vogliamo fare qualcosa di importante».
In tanti pensano che Antonucci sia uno dei pilastri della Roma del futuro e della Nazionale italiana.
«A queste cose non ci penso e devo ancora dimostrare tanto. Sono un ragazzo normale, semplice e che si gode la quotidianità. L’umiltà credo che sia alla base del mio modo di essere e devo ringraziare mia mamma, Lucia, che mi ha trasmesso certi valori».

Da Pescara sono passati tanti giovani arrivati dalla Roma, che, dopo l’esperienza biancazzurra hanno spiccato il volo. Lei è pronto?
«Si, lo so che sono passati qui Politano (ora all’Inter, ndr) e Caprari (ora alla Sampdoria, ndr). Loro si sono impegnati tanto riuscendo a coronare il sogno di giocare in A. Io sono agli inizi e devo lavorare ancora tanto». 
Tutti i suoi compagni parlano bene di lei. Grintoso, generoso e molto rispettoso delle regole. Adesso, però servirebbe un pizzico di “cattiveria” in più in campo e, magari, il primo gol?
«In tanti mi dicono che devo essere più cattivo in campo e sto lavorando per dare sempre il massimo. Il gol, vedrete, che prima o poi arriverà. Io sono tranquillo. L'idolo? Totti, ovviamente. Mi sono allenato una volta con lui e ho avuto modo di conoscerlo meglio da dirigente. Non so perché, ma ogni volta che lo vedo e ci parlo, mi fa venire i brividi».
La serie B se l’aspettava così?
«Assolutamente no. È un campionato molto difficile e per i giovani è una bellissima esperienza da fare, molto formativa». 
Le squadre più forti?
«Mi hanno impressionato Palermo e Cremonese».

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