Prima squadra

Fiorillo: "Resterei a vita a Pescara"

Il portiere si è raccontato a Il Centro nei giorni scorsi

21.11.2017 00:52

Dopo un periodo in naftalina, che aveva fatto pensare ad una possibile separazione a gennaio, si è ripreso la titolarità della porta biancazzurra. E non la vuole più mollare. Vincenzo Fiorillo, al quarto anno a Pescara, si sente ormai pescarese d'adoozione. Tanto da ipotizzare di diventare l'uomo-bandiera del club. Almeno nelle sue dichiarazioni, rilasciate nei giorni scorsi a Il Centro.

Ecco quanto raccontato al quotidiano abruzzese in esclusiva dal portierone biancazzurro.

LA DELUSIONE DI BOLOGNA E LA NASCITA DI UN AMORE BIANCAZZURRO - "Per la prima volta ho pianto per una delusione calcistica. Da quel momento ho capito che il legame col Pescara era davvero forte. Quando non giocavo (riferimento al periodo iniziale di questo torneo, ndr), sono rimasto sereno e ho continuato a lavorare. Non è corretto fare polemiche alla prima difficoltà. Pigliacelli? Io e lui ci stiamo giocando il posto in maniera leale. E la questione di Mirko è stata ingigantita, la serenità del gruppo non è stata affatto minata. Sono vicino alle 100 gare in biancazzurro, accetterei un contratto a vita? Mi piacerebbe tanto. Qui mi trovo bene con tutti. Ho comprato casa a Montesilvano e mi auguro di proseguire l'avventura il più a lungo possibile"

IL PERIODO DIFFICILE DEL PESCARA ED I PARAGONI CON LA PRIMA ZEMANLANDIA PESCARESE - "Abbiamo raccolto poco, dispiace perchè durante le partite ce la mettiamo tutta per portare a casa il risultato. Evidentemente non basta. Il problema è che non riusciamo a trasferire per tutta la durata degli incontri quello che ci chiede l'allenatore. Ho sentito che ci sarebbero delle divisioni all'interno: nulla di più falso. Vi assicuro che i nuovi arrivati sono tutti ragazzi straordinari che lavorano duramente. Si sa, queste voci escono sempre quando si perde. Il discorso è che per tanti calciatori si tratta di un percorso nuovo rispetto al passato. Inoltre ci sono tanti giovani di talento che devono crescere. E a Pescara non è facile farlo con serenità visto che è una piazza esigente. Poi, ci sono gli avversari che limitano le nostre giocate. Facciamo fatica ad adattarci e a cambiare volto nell'arco dei 90'. In passato è stata attaccata la fase difensiva, ora abbiamo problemi a chiudere le azioni. La verità è che sono stati fatti troppi paragoni inutili con il Pescara del 2011-12. Qui si è creato il binomio Zeman-Pescara che evoca sempre quei ricordi. Ma questa è un'altra squadra ed è un altro campionato rispetto a quello di 5 anni fa. Zeman? E' una persona coerente che sceglie in base al merito. Non parla con i giocatori dalla amttina alla sera, come invece fanno altri tecnici che predicano bene e razzolano male... Ora diventa fondamentale il fattore mentale. Con due vittorie di fila potremmo attaccarci al gruppo di testa, perciò le pressioni vanno gestite nel modo giusto. Siamo il Pescara, ma questo non significa che dobbiamo per forza occupare i primi due o tre posti della classifica. Servirà tanta determinazione per tirarsi fuori da una situazione difficile. Credo che tutti abbiano risentito dell'epilogo della passata stagione. Ambiente, società e calciatori, però con il tempo sono state assorbite. C'è chi lo ha fatto prima, chi dopo. Di sicuro iniziare un nuovo torneo con la giusta convinzione non è scontato. Quando non riusciamo a giocare bene davanti al nostro pubblico il clima diventa difficile e per reagire ci vuole personalità. Essendoci tanti giovani, non è un percorso semplice. Però, ripeto, se arrivassero due o tre risultati positivi di fila cambierebbero tutti i giudizi" 

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