Prima squadra

Cambiando l'ordine degli addendi, il risultato non è cambiato....

Il mal di gol del Pescara: da dove deriva?

26.02.2018 00:55

Quello che era un semplice sospetto, ha assunto via via il grado di certezza: il Pescara è affetto da una rara e - sembra - grave forma di mal di gol. Una "malattia" rara per una squadra di Zeman, anzi probabilmente unica nella storia. Niente calcio champagne, niente attacchi tambureggianti con i classimi movimenti che sono un marchio di fabbrica del credo calcistico del boemo, maestro della fase offensiva e di un calcio spregiudicato. Contro la Cremonese è maturato il secondo 0-0 consecutivo dei biancazzurri, che nel 2018 agonistico hanno realizzato appena 2 reti, anche se ognuna da tre punti (Mancuso a Foggia e Brugman con la Salernitana). E la seconda di queste, quella del capitano, da palla inattiva. Ciò significa che il Delfino non va in gol su azione dalla prima giornata del girone di ritorno. 

L'attacco è spuntato ed in astinenza, ma probabilmente non dipende (solo) dagli interpreti scelti. E la riprova si è avuta proprio nell'ultima gara: Zdenek Zeman ha cambiato completamente il suo tridente d’attacco, ma pur mutando le tre punte l’astinenza da gol non si è interrotta. Cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non è cambiato: la proprietà commutativa dell’addizionee della moltiplicazione ha trovato dunque conferma anche nel calcio, in casa Pescara.  E così non va

Il bomber Pettinari (12 gol in stagione) si è inceppato a inizio dicembre a Cesena e dagli altri attaccanti scarseggia l'apporto: Mancuso, per buona parte del girone d'andata ai box per infortunio, è fermo a tre reti mentre Capone, persosi nel corso dei mesi dopo un avvio più che promettente, è fermo a cinque ed ha riassaggaito il campo solo nell'ultimo match dopo un periodo di naftalina. Per fortuna c'è Brugman, alla sua migliore stagione sul piano squisitamente realizzativo, a tenere su la baracca che ha uno scarsissimo contributo anche da centrocampisti (una buona media è quella di Valzania, tra gol e minuti giocati) e difensori. 

Il problema non è tanto nell'attacco, quanto nella fase offensiva. I difensori non riescono ad accompagnare con frequenza e puntualità l'azione, se si eccettua la costante spinta di Mazzotta che però spesso si rivela improduttiva, ed il centrocampo fatica a creare gioco. Lo diciamo da agosto (vedi archivio PS24): la rosa dei centrocampisti è stata assemblata male e a gennaio, poi, non si è provveduta a modificarla in meglio. Le due mezze ali non hanno capacità di inserimento senza palla, prerogativa fondamentale nel 4-3-3 zemaniano: Coulibaly e Valzania hanno prestanza fisica, ma cifra tecnica non eccelsa e Brugman preferisce giocare palla al piede. In regia, inoltre, Carraro è promettente ma acerbo, gioca troppo in orizzontale e poco in verticale (e Proietti non è dissimile, pur avendo più caratteristiche da mastino di inetrdizione nella fase di non possesso). 

In tutto questo c'è anche l'altra faccia della medaglia, ovvero la fase difensiva, diventata ben più solida (altra rarità per ZZ). Ma questa capacità di non subire gol non è conseguenza diretta della quasi inesistente prolificità recente e della scarsa vena nella costruzione di palle gol. E' cambiato l'atteggiamento compelssivo, è vero, ma non è perchè si attacca meno (e molto male) che Fiorillo vive pomeriggi senza troppi gol al passivo. Nelle ultime tre gare il Pescara ha tenuto la porta inviolata e da inizio 2018 ha subito 5 gol, ma in due gare (Perugia e Frosinone): per cullare sogni di gloria, però, oltre a mantenere blindata la propria porta bisognerà tornare a segnare. Con una certa frequenza e non con il contagocce.....

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