Prima squadra

Riecco Pescara-Livorno, la partita che cambiò la vita di Massimo Oddo

L'amarcord

27.08.2018 09:03

A CURA DI CLAUDIO ROSA

Comincia con un pareggio la stagione di un Pescara che nel prossimo turno debutterà nel proprio stadio contro il Livorno, in una sfida che fa tornare alla mente ricordi tenerissimi per i tifosi biancazzurri.

Torniamo indietro di 3 anni, nel 2015. A guidare gli abruzzesi c’è Marco Baroni. La sua panchina però, scricchiola e non poco. Il Pescara gioca male e non convince i tifosi che ormai hanno rotto con l’allenatore toscano.

Il punto più basso viene toccato a Varese, in una sconfitta inspiegabile contro una squadra già retrocessa e che, a 90 minuti dalla fine del campionato, mette il Pescara fuori dalla zona playoff.

La decisione della dirigenza è chiara a tutti, l’esonero è nell’aria ed arriva quel pomeriggio stesso. Al suo posto, chiamato ad un autentico miracolo, c’è Massimo Oddo.

Max in realtà non ha mai indossato i colori biancazzurri, ma ha comunque il Pescara nel cuore. Lui, abruzzese doc, perché proprio suo padre Francesco legò il suo nome con la città pescarese grazie a quella stessa panchina dove, da lì a poco, si sarebbe seduto suo figlio, 21 anni dopo.

Un caso unico nel calcio italiano, perché non era mai successo che una squadra professionistica fosse stata allenata prima dal padre e poi dal figlio.

Oddo però, come detto, rischia di giocarsi tutto in una sola partita, quella contro il Livorno. Uno scontro diretto infernale, con i toscani ottavi ed i biancazzurri subito dietro ad inseguire.

È una sorta di ‘Win or Go Home’ per il Delfino che non può far altro che vincere per andare ai playoff.

Seppur con poco meno di una settimana di lavoro, Oddo decide di dare fin da subito la sua impronta ad una squadra totalmente da riorganizzare sotto il punto di vista mentale e tattico: l’emblema di questa ricostruzione è Torreira. Il calciatore sudamericano era infatti stato schierato da Baroni, al debutto in B, proprio nell’incontro risultato poi fatale all’ex tecnico. Il centrocampista fece un ottimo primo tempo da trequartista, per poi calare nella ripresa.

Contro il Livorno la prima sorpresa è lui, in posizione più arretrata, davanti ai difensori. Sarà lo stesso Torreira, anni dopo, a dire: “Oddo aveva ragione, la sua scelta mi cambiò la vita.”

La partita comincia subito forte con il Pescara che ha la prima occasione, ma la punizione di Pasquato non crea grandi problemi al portiere del Livorno, Cipriani. Poco dopo grande opportunità per i biancazzurri di sbloccare il risultato: tutto parte da Bjarnasson, servito direttamente da Fiorillo, che serve bene poi mezzo all’area Pasquato. Il sinistro del fantasista però non è preciso e scappa via lontano dal palo. Al 30esimo arriva finalmente il gol: è ancora Pasquato ad incendiare il match, liberandosi dalla marcatura livornese e servendo Melchiorri che rientra sul destro e mette la palla sotto al sette.

Nella ripresa Panucci, allenatore del Livorno, si affida ai cambi per ribaltare l’incontro. È proprio Galabinov, entrato al posto di Moscati, a rendersi protagonista nel secondo tempo sbagliando al 50esimo un gol dentro l’area piccola biancazzurra sugli sviluppi di un corner.

Il Pescara però non perdona e trova il raddoppio con Bjarnasson, trovato dentro l’area dal perfetto assist di Melchiorri.

La partita finisce praticamente in questo momento, col Delfino che decide di amministrare i minuti finali. C’è soltanto il tempo per la doppietta personale di Bjarnasson, questa volta servito da Sansovini, entrato nella ripresa per Politano.

Al triplice fischio l’Adriatico è una bolgia.

La missione però non è compiuta, si trova soltanto all’inizio.

Il sogno della Serie A per il Pescara continuerà infatti fino alla finale, dopo aver superato Perugia e Vicenza. Solo la traversa di Melchiorri nel match di ritorno col Bologna metterà fine alla corsa biancazzurra.

Un sogno però, quello della massima serie, che non resterà tale per il Pescara, vittorioso l’anno seguente nei playoff.

Una bellissima pagina della storia recente biancazzurra, scritta da Massimo Oddo.

 

 

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