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Ledesma - Abruzzo, non era destino... Due volte vicinissimi, invano...

16.03.2017 16:46

Cristian Ledesma e l’Abruzzo, non era destino. E' una storia che parte da lontano ma che non ha avuto l'epilogo sperato. In entrambe le circostanze. Non tutti sanno, infatti, che l’esperto calciatore argentino mosse i primi passi della sua avventura italiana a Morro d’Oro. Nel 2000 Cristian era ancora un giovane sconosciuto, un talento inespresso che sgomitava nelle giovanili del Boca Juniors senza mai riuscire ad esordire in prima squadra. Il talento era cristallino, l’occasione giusta però non arrivava. Aveva addirittura pensato di smettere con il calcio, prima di decidere di provare l’avventura dall’altra parte dell’Oceano. Su invito del procuratore Vincenzo D’Ippolito sbarca in Italia e prova in diversi club, invano. Otto diversi tentativi, tra i quali Udinese, Palermo, Como, Chievo e Brescia. Tante lodi, ma nessun contratto. Nel frattempo Cristian si allenava sul campo del Morro D’Oro, tra i dilettanti. Venne adottato dalla piccola comunità abruzzese che prese in simpatia questo ragazzo venuto dal profondo sud dell’Argentina, dalla Patagonia, dove il vento soffia impetuoso e diventa gelido in inverno. I ristoratori del paese facevano a gara per dare ospitalità a Cristian che ancora oggi ricorda con affetto l’esperienza abruzzese. Ma fu un anno lungo, interminabile, con la paura di dover tornare in Argentina e inventarsi un lavoro: Cristian appartiene a una famiglia di nove fratelli, che lo hanno sempre incitato e sostenuto nella sua passione per il pallone, e non voleva deluderli.  Papà Miguel, anche lui innamorato del calcio, da portiere si fermò alla terza serie argentina e sognava di vedere il figlio imporsi in Italia. La perseveranza di Cristian ed il sostegno incondizionato di D’Ippolito non potevano rimanere delusi. Con la maglia del Morro d’Oro non scese mai ufficialmente in campo, per problemi di tesseramento ma di lui si ricordò un certo Pantaleo Corvino che lo vide in un torneo in Svizzera qualche tempo prima. Decise di portarlo a Lecce e dal tacco d’Italia, il Salento, l’uomo venuto dall’Argentina del sud spiccò il volo. Sfonda le 100 presenze in giallorosso e per lui si aprono le porte della Lazio. A Roma incrocia per la prima volta Oddo, ereditandone qualche anno dopo la fascia di capitano. I due si sarebbero potuti ritrovare in Abruzzo, Massimo come allenatore e Cristian come metronomo. Il Pescara aveva già avuto contatti positivi con il giocatore, che propendeva per la soluzione biancazzurra per questioni tecniche e personali (risiede a Roma) rispetto alle altre offerte pervenute. L’accordo per 6 mesi era pronto – confermava l’entourage –  toccava al Pescara decidere. Che ha virato su altri obiettivi. Su Ledesma c'erano il suo vecchio Lecce (la moglie è salentina, il fratello ha un'attività commerciale in Salento) e club stranieri. La Ternana lo ha convinto. Chiudendo la strada del destino a Ledesma e l'Abruzzo...

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