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ZEMAN'S KARMA, atto finale - "Zeman non può compiere sempre miracoli, forse andava difeso di più"

Chiude qui la rubrica realizzata con il Gruppo Zeman

05.03.2018 18:43

Ultimo capitolo di una rubrica che settimanalmente vi ha tenuto compagnia per un anno. Zeman's Karma finisce qui e per il contributo arguto ringraziamo il Gruppo Zeman nelle persone del direttore Salvatore Piedimonte e di Salvio Imparato, l'autore dei pezzi in questa annata agonistica (compreso questo). Non è stato facile raccontare dal punto di vista zemaniano l'avventura bis del boemo a Pescara, anche per attacchi personali ricevuti. A maggior ragione ringraziamo gli amici e colleghi per averci messo la faccia sempre. Con onestà intellettuale e mai con spirito gratuitamente polemico, ma sempre costruttivo.

Ci tenevo, dopo questa inaspettata delusione, congedarmi e salutare tutti, anche i tifosi che non vedevano l’ora che Zeman non tornasse o che fosse esonerato, saluto tutti perché prima di tutto è stato un onore provare a raccontarvi Zeman Bis, con tutte la difficoltà del caso e di questo ringrazio tutta la redazione di Pescarasport24 per avermi dato questa possibilità.

Ho scritto inaspettata perché proprio a Pescara mai mi sarei aspettato tutte queste difficoltà, figuriamoci un epilogo del genere, ma se Zeman come ogni allenatore ha le sue responsabilità per i risultati, Sebastiani ha le sue per non averlo realmente sostenuto, se Zeman era il progetto è stato controproducente mostrarsi continuamente insofferente al suo allenatore davanti alle telecamere, la forte volontà, manifestata negli anni, di riprenderlo andava di sicuro sostenuta con più forza. Zeman ha la sua storia e la sua dignità, non puoi metterlo sotto contratto come hanno fatto tanti presidenti, sperando di cambiarlo e sperando che accetti tutto, addirittura perché magari si ha la malsana convinzione che non lo ingaggi più nessuno, presidente lei era quello che meglio di tutti sapeva che sostenendolo in toto ne avrebbe giovato, poteva quindi perdonargli le prime dichiarazioni di agosto, dove aveva fatto intendere che lei non lo aveva accontentato nella lista da lui presentata a maggio. La piazza voleva un Pescara protagonista, lo sapeva lei e lo sapeva Zeman, quindi secondo alla chiusura del mercato non ha fatto male ad esporsi, anche per lei, con la stampa e dire che questa squadra non era favorita, non per la qualità dei giocatori, ma per l’enorme lavoro che c’era da fare per insegnare il suo calcio, non solo ai tanti giovani inesperti, ma anche ai senatori.

Si è iniziato il campionato senza ali e mezzeali pure, due play baby primavera, senza difensore centrale adatto alla difesa alta e un numero elevato di giocatori, esattamente 15 in più rispetto ai 25 che chiede Zeman. Alll’epoca già scrissi che per un allenatore che è torna a prendersi una retrocessione con le aspettative di competere in B è un ridimensionamento notevole, ma ci sta, ci può stare, detto alla “Beniteziana” maniera, capisco che una società non sempre può centrare gli obiettivi, però a quel punto sostieni il tuo tecnico, un tecnico esperto che ha fatto la storia del calcio e del tuo Pescara. Tutto questo sostegno non si è mai praticamente visto, Zeman è stato messo in discussione più volte, addirittura nella stessa settimana e addirittura il giorno dopo la conferenza congiunta, una lotta a distanza mai sopita che fino ad oggi ha evidenziato ancora segnali forti di insofferenza, più da parte sua presidente, che da parte di Zeman, lei quella conferenza a dicembre non l’ha mai digerita, ma in quell’occasione il Boemo fece anche capire quanto ci tenesse a rimanere a Pescara, nonostante i gravi problemi di famiglia che egli stesso aveva svelato, ecco perché magari sabato dopo la sconfitta a Chiavari, ma dopo una decorosa prestazione notata anche dalla stampa abruzzese presente, il mister avrà ritenuto che revocare i permessi, a staff e squadra, fosse un ulteriore affronto alla sua attuale condizione, non sto giustificando la diserzione della riunione tecnica di Zeman e il suo staff non è stato bello nei confronti dei ragazzi e dei membri della società, tra cui Peppino Pavone, ma non era forse evitabile questa ennesima presa di posizione? Forse si o forse è giusto come lei ha ritenuto di gestire la situazione perché le distanze tra le parti sono incolmabili, ma chi scrive è purtroppo costretto a valutare da quello che emerge mediaticamente, e sinceramente non è stato bello sentir dire che Zeman non è stato dalla parte del progetto, è chiaro che il rapporto si è talmente incancrenito da non riuscire a valutare cosa sia meglio dire e fare, perché forse anche lei non ha contribuito a non creare l’ambiente giusto.

Concludo però salutando anche lei presidente,  tutta la società per l’ospitalità regalata a me e i miei colleghi zemaniani, io resto un romantico e penso addirittura che ci siano le condizioni per far rientrare la situazione, ricominciando daccapo davvero, senza continue provocazioni e pressioni alla squadra, continuo a pensare che con molte dichiarazioni in meno, più silenzio e più serenità sarebbe improvvisamente esplosa una piccola e nuova Zemanlandia, in ogni caso in bocca al lupo a tutti per il continuo della stagione, noi di sicuro speriamo di continuare a sostenere Zdenek Zeman con lucidità e il giusto senso critico.

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