Prima squadra

Perugia-Pescara, la legge degli ex

Verre e Melchiorri contro il loro passato

01.12.2018 10:12

A CURA DI DANIELE BERARDI

Certi amori non finiscono mai. Alcuni restano in cantina per diverso tempo, salvo poi tornare a bussare alle nostre porte quando meno ce lo aspettiamo. Altri ancora sono più infidi e aspettano che la nostalgia avvolga il cuore per tornare a far pressione su antiche ferite. Memorie “vendittiane” di un passato dalle mille sfumature: grigio, avvolgente, romantico, feroce, sgargiante, deludente. Un climax di emozioni che ci assale guardando negli occhi di quello che è stato e che, come il ciclo delle stagioni, torna a riproporsi. Quasi senza pietà.

Dopo l'amaro pareggio interno contro l'Ascoli, i biancazzurri sono attesi da un altro impegno delicato, ma fondamentale per uscire dal momento di bonaccia. Di fronte, ci sarà un avversario agguerrito e affamato di scalpi illustri. Quel Perugia di Alessandro Nesta che, fino ad ora, non è riuscito a chiarire la propria identità, mettendo in fila risultati fin troppo altalenanti. Grifone e Delfino l'uno al cospetto dell'altro, come di fronte ad uno specchio, e non potevano mancare i residui di storie d'amore passate, colme (stavolta) di ricordi entusiasmanti. 

Valerio Verre e Federico Melchiorri sono i due assi cartesiani della squadra umbra. L'ex Samp sta ritrovando continuità e prestazioni che mancavano da troppo tempo, forse proprio dall'esperienza in Abruzzo. Già, perché per molti il tempo sembra essersi fermato sulla parabola discendente di Verre a Trapani, con quel pallone che non sembra volersi decidere a scendere oltre la linea bianca, di una porta lasciata momentaneamente sguarnita dal povero Nicolas. Ma Valerio Verre, a Pescara, ha lasciato ricordi contrastanti. Giocate al limite dell'allucinazione (come il gol all'Avellino nella sfida poi vinta 3-2), ma anche una serie di prestazioni sottotono che ne hanno limitato potenzialità ed esplosione. Giocatore dalle proprietà tecniche e di palleggio eccelse, ma troppo spesso fuori dalla partita. L'approdo alla Samp, con Giampaolo come mentore, non è riuscito a far tornare Verre ai fasti del periodo abruzzese, culminato con la promozione nel massimo campionato. Il ritorno al "Renato Curi", dove tutto era iniziato, sembra avergli giovato: per lui 4 gol e 1 assist in sole 12 partite. L'aria di casa umbra ha decisamente proprietà benefiche per il metodista romano.

Il capitolo Melchiorri, invece, è molto più complicato di quanto non sembri. Andrebbe  maneggiato con molta cura, ma il talento di questo ragazzo è fuori discussione. Centravanti devastante, completo e totale, capace di reggere tutto il peso dell'attacco sulle sue larghe spalle. In una sola annata, qui in Abruzzo, è riuscito a rubare i cuori dei tifosi pescaresi, che lo hanno osannato come il fuoriclasse che è. Quattordici gol e dieci assist in trentotto presenze tra Oddo e Baroni. Ma quella cavalcata playoff resterà scolpita nella memoria del Pescara per decenni. Il sogno di un miracolo sportivo, a tinte biancazzurre, infranto sullo stipite della traversa del Dall'Ara, con Gianni Morandi, Tacopina e i vertici rossoblu col fiato sospeso di fronte ad un Pescara troppo bello per essere vero. Storia di un amore chiuso col massimo dei rimpianti, ma con la consapevolezza che a volte le cose dovevano proprio andare così. Ed ecco che Melchiorri ritroverà la squadra che lo ha accompagnato nel suo processo di crescita. Senza rancori reciproci, ma con tanta voglia di dimostrare che, per l'ennesima volta, il passato resterà tale e al fischio d'inizio Melchiorri e Verre saranno due avversari qualunque.

Per dover di cronaca, tra le fila umbre prenderà posto anche lo slovacco Gyomber. L'ex Roma non ha neanche fatto in tempo a lasciare strascichi in Abruzzo, ma avrà comunque voglia di dimostrare il suo valore di fronte ai ragazzi di mister Pillon.

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