Prima squadra

Quel Pescara - Parma che passò alla storia.. (con VIDEO)

21 giugno 1987: il primo Pescara targato Galeone viene promosso in A

07.03.2018 08:01

A CURA DI CLAUDIO ROSA

Sabato, alle ore 15, si giocherà all’Adriatico Pescara-Parma. E tra le varie sfide giocate tra queste due squadre in Abruzzo, ce n’è una che farà molto piacere ai tifosi biancazzurri.

Saliamo sulla macchina del tempo e torniamo indietro fino al 1986. È l’anno dell’esplosione della centrale di Cernobyl, della prima visita nella storia di un Papa ad una sinagoga, si diffonde il morbo della ‘mucca pazza’ e Berlusconi acquista il Milan.
L’86 però è anche l’anno degli scandali del calcioscommesse e del fallimento del Palermo che, con la successiva radiazione ed esclusione dalla Serie B, permise al Pescara di iscriversi nuovamente al campionato cadetto nonostante la retrocessione della stagione appena conclusa. Nessuno però, si immaginava un’annata così impensabile degna del miglior regista hollywoodiano.
Quel Pescara, costruito per affrontare la C1 ed affidato ad un promettente ma inesperto Galeone, stupì tutti quanti per il calcio proposto e per i risultati ottenuti sul campo.
Esatto, perché adesso faremo un piccolo salto temporale, arrivando alla tappa principale di questo nostro breve viaggio: 21 giugno 1987.
Siamo alla fine della stagione, ultima partita, e ad aspettare il Delfino c’è il Parma di Arrigo Sacchi.
Quella dei ducali è un’altra bellissima storia che si interseca alla perfezione con quella degli abruzzesi: come detto in panchina sedeva Sacchi, confermato dopo la promozione ottenuta qualche mese prima. C’è qualcosa di diverso però, in quella squadra, con un gioco basato sulla difesa a zona, pressing e reparti cortissimi. La stagione degli emiliani ha una netta svolta alla 27esima giornata, perché prima della vittoria del Pisa il Corriere della Sera lancia la bomba: Sacchi infatti, era stato scelto da Berlusconi e sarebbe diventato l’allenatore dei rossoneri al termine del campionato. Una notizia di questa portata poteva frantumare psicologicamente qualsiasi spogliatoio, ma non quello del Parma che, contro ogni pronostico, era ancora lì in lotta a giocarsi un posto per la Serie A. Resterà un sogno irrealizzato, una bellissima promessa non mantenuta, perché le sconfitte con Cesena e Cremonese, ad una manciata di passi dalla fine, condanneranno matematicamente i ducali.
Si arriva così al 21 Giugno 1987, trentottesima giornata di Serie B.
Già, perché la corsa del Parma era finita, ma non quella del Pescara che, in caso di vittoria, avrebbe riconquistato la massima serie, 8 anni dopo la seconda ed ultima volta nella propria storia. Il clima è surreale, con l’Adriatico totalmente pieno pronto a caricare i giocatori ed esplodere in caso di successo. 42mila spettatori, una quantità indecifrabile di bandiere e due soli colori dominanti, il bianco e l’azzurro, a dipingere lo stadio pescarese.
La partita non è delle migliori, con gli abruzzesi bloccati dalla posta in palio e gli emiliani con ormai nessun obiettivo da inseguire. È quindi il Parma che, nelle prime battute, prende il pallino del gioco impensierendo la retroguardia pescarese. Al 21esimo l’arbitro Casarin annulla un gol di Bosco per una presunta posizione irregolare di Rebonato che, poco dopo, sbaglia una facile occasione per rompere la parità. Gli ospiti interpretano meglio la partita pressando molto alto, aiutati dalla mente libera da ogni calcolo di classifica. Al 26esimo però Rossi, attaccante dei ducali, reagisce al fallo di Marchegiani e viene espulso dall’arbitro. Potrebbe essere l’episodio che cambia la partita ma i ragazzi di Sacchi non si scompongono e, anche in inferiorità numerica, continuano a dominare l’incontro.
Nel secondo tempo, tranne un paio di azioni pericolose in avvio di ripresa, le due formazioni abbassano i ritmi, nonostante in Curva Nord continuino a crederci cantando ed incitando i biancazzurri, restando in attesa di quella giocata che regalerebbe un sogno ad un’intera città
72 minuti servono ai padroni di casa per trovare la rete che tutti stavano aspettando: Dicara verticalizza per Rebonato che, spalle alla porta, si inventa un tocco preciso verso Bosco il quale, solo contro il portiere, non può sbagliare.
Gol.
Al triplice fischio qualsiasi rumore è coperto dal boato del pubblico che, ormai esploso di gioia per la vittoria conquistata, invade il campo inondando completamente lo stadio. Tutti cercano un abbraccio con Galeone, letteralmente sommerso da quella folla. Lui, vero traghettatore di quella squadra che creò qualcosa di unico, di irripetibile.
Il Pescara torna in Serie A, al termine di una stagione storica da tramandare ai posteri.

Nel video sottostante, tutti i gol della cavalcata promozione del Pescara 86-87

 

Commenti

Futuro Pillon entro 10 giorni
Ex vice presidente Pescara eletto in Parlamento