Prima squadra

Baroni: "Sono spesso all'Adriatico, il Pescara mi piace e può puntare alla A"

Interessante intervista de Il Centro all'ex tecnico biancazzurro

16.10.2018 09:29

Dopo un lungo, lunghissimo silenzio è tornato a parlare in chiave Pescara l'ex Marco Baroni. Tra lui ed il Delfino non è mai scattata la scintilla e l'avventura biancazzurra è stata amara. Venne esonerato alla vigilia dell'ultima gara di regular season (16 maggio 2015, dopo il ko di Varese) e lasciò in dote a Massimo Oddo una squadra fisicamente al top, che avrebbe poi sfiorato la A, ed un Bjarnason al quale aveva finalmente trovato una precisa collocazione tattica. Troppo poco, ovviamente.

1.248 giorni dopo quel traumatico addio, Baroni ha rilasciato una interessantissima intervista a Il Centro (a firma Luigi Di Marzio) della quale vi riproponiamo gli stralci più interessanti. Che non sono pochi...

IL NUOVO PESCARA: «Non sono affatto sorpreso dal primo posto. Ho visto due partite dal vivo, con Foggia e Crotone, e un paio di in tv, tra cui l’ultima contro il Benevento, e ho avuto la sensazione che la squadra sia cresciuta tantissimo partita dopo partita e può crescere ancora tanto. Non ha ancora un gran palleggio, però, quando ha la palla, sa muoversi bene e sa attaccare. Ho visto un Delfino micidiale, specie nelle ripartenze. Ambire alla A? Perché non dovrebbero? Ma dovranno essere bravi a gestire i momenti negativi che arriveranno. Ci sono giocatori esperti e molto motivati, oltre a giovani interessanti. Credo che ci sia il giusto mix per provare ad ambire a certi obiettivi. Ho rivisto Balzano, Del Grosso e Campagnaro con grandi motivazioni. Giocatori “accesi” mentalmente e questa cosa è molto importante. Tra i giovani mi piace Gravillon su tutti. È stato con me a Benevento, ma non ha avuto spazio. Andrew lo vedo migliorato e più sicuro in campo. Secondo me è un giocatore da A, se continua a lavorare così come sta facendo. Memushaj è un grande giocatore. L’ho voluto io a Pescara e poi anche a Benevento. È uno che può pilotarti la squadra sotto tutti gli aspetti. Ma non è il solo. C'è Brugman, per esempio. Ma ho visto un Mancuso parecchio determinato e non mi sorprende il suo rendimento. Ho rivisto anche il Monachello dei bei tempi e poi in panchina c’è un certo Andrea Cocco. La B si vince con la panchina e il Pescara ha dei cambi di grande valore. Pillon? È un allenatore esperto. Ha una grande passione per il lavoro ed è una cosa bellissima per chi fa questo mestiere. L’anno scorso è stato bravissimo a salvare la squadra e quest’anno sta tirando fuori il meglio dalla rosa»

LA SUA ESPERIENZA BIANCAZZURRA: «Dispiace per come sia finita. Quella squadra l’avevo preparata bene per i play off e sono certo che negli spareggi avrebbe spiccato il volo. Gli esoneri fanno parte del nostro mestiere, però mi è dispiaciuto il modo con il quale sono stato mandato via. Eravamo in autobus, tornavamo da Varese, e mi è arrivata la telefonata... Sebastiani? Buoni rapporti, ci siamo visti qualche tempo fa quando sono venuto all’Adriatico. Con il tempo ci siamo chiariti e non sono il tipo che nutre rancori. Con lui, ma anche con Vincenzo Marinelli, ho avuto un rapporto splendido che non dimenticherò. Quell’anno è stato particolare. Una stagione di transizione con una squadra che ha visto passare 53 tesserati»

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